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12
Lug

AL

12
Ago
Prima Nazionale

59° FESTIVAL VEREZZI – CARTELLONE COMPLETO

orario SPETTACOLO
21:30

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PROGRAMMA COMPLETO

 

Sabato 12 e domenica 13 luglio

MILES GLORIOSUS

Gli adulatori sono simili agli amici come i lupi ai cani

di Tito Maccio Plauto

con Ettore Bassi, Flavio Albanese, Luigi Moretti

traduzione, drammaturgia e regia Marinella Anaclerio

e con Stella Addario, Adriana Gallo, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, Stefano Quatrosi

scena Pino Pipoli, costumi Stefania Cempini, disegno luci Mauro Marasà,

ass. regia Antonella Ruggiero.

produzione Compagnia del Sole

Pirgopolinice è un fantastico sbruffone, un gioioso pavone, esagerato spudorato vitale. Ci sono tempi in cui un personaggio come il suo perfino sulla scena è troppo, risulta distante da qualsiasi possibilità di riflesso nella realtà. Ci sono tempi invece, ahimè, in cui la realtà supera di gran lunga la favola e il povero Pirgopolinice è un ritratto a tinte forti di ben più consapevoli e colpevoli vantoni. In una Efeso simile all’originale quanto l’ambientazione di certi Spaghetti Western al Far West, si consuma la tragicomica truffa di un gruppo di sfaccendati di vario genere ai danni di un soldato che ha due debolezze: le donne, meglio se sposate, ed essere adulato. Tutti fingono simpatia e perfino amore nei suoi confronti, pur di ottenere da lui mance ed incarichi, tutti pronti a godere nell’improvvisare vere e proprie recite in favore del credulo pavone. Così la strada diventa scena e il teatro da mezzo diventa fine e le parole di Giulietta si mescolano a quelle di Ofelia in un pot-pourri da serata d’onore. Ne risulta una gara tra attori consumati dove l’unico spettatore pagante viene imbrogliato, derubato e malmenato. L’eccesso è sempre un vizio… a prescindere dal contesto.

 

Martedì 15 e mercoledì 16 Luglio – prima nazionale

LA COPPIA PIÙ SEXY D’AMERICA

di Ken Levine / traduzione di Enrico Luttmann

con Francesca Reggiani e Antonio Catania

e con Jacopo Ferro

regia di Marco Carniti

produzione Viola Produzioni – Centro di Produzione Teatrale AMERICA’S

“La coppia più sexy d’America” è una commedia brillante che esplora con ironia e intelligenza le dinamiche di una coppia di attori, molto popolari in gioventù per una amatissima serie televisiva degli anni 80’ tanto da definirli “la coppia più sexy d’America”. Passato e presente si intrecciano, dando forza l’uno all’altro e ridisegnando il loro destino in una inaspettata storia d’amore che in maturità può travolgere anche più della passione giovanile. Perché l’amore e’ sempre vita. La commedia denuncia inoltre gli abusi sessuali subiti dalla protagonista in gioventù oggi ostracizzati dal movimento “Metoo”.

 

Sabato 19 e domenica 20 luglio – prima nazionale

VOLEVO ESSERE MARLON BRANDO

drammaturgia e regia di Giancarlo Nicoletti

con Alessandro Haber e con Francesco Godina, Brunella Platania, Giovanni Schiavo

scene Alessandro Chiti, musiche originali Oragravity, disegno luci Antonio Molinaro

GoldenArt Production

Tutto comincia con una voce. Una voce che arriva da lontano… forse dal cielo, forse dalla coscienza. Una chiamata surreale e inaspettata che impone ad Alessandro Haber un conto alla rovescia: una settimana di tempo per fare ordine nella propria vita, nei propri ricordi, nei propri desideri, prima di un appuntamento inevitabile. È da questo spunto ironico, poetico e profondamente umano che prende vita “Volevo essere Marlon Brando”: un racconto teatrale intenso e travolgente, a metà strada tra confessione e sogno, in cui Haber si mette a nudo, mescolando realtà e immaginazione, ricordi e visioni, ironia e malinconia. In scena, in un grande “camerino” dell’attore zeppo di ricordi e oggetti della memoria una presenza femminile enigmatica e sorprendente, forse angelo, forse specchio, forse coscienza. E poi la musica: musicisti dal vivo e canzoni interpretate da Haber accompagnano e amplificano le emozioni, diventando parte integrante della narrazione. È un viaggio dentro un’esistenza vissuta senza filtri né compromessi: l’infanzia tra Tel Aviv e Verona, gli amori tormentati, gli amici di sempre, le cadute e le rinascite, il mestiere dell’attore vissuto come missione e destino. Un flusso continuo in cui la risata si intreccia alla commozione, dove il dramma abbraccia la leggerezza e ogni parola nasconde una verità condivisa con chi guarda e ascolta.

 

Martedì 22 e mercoledì 23 luglio

THE OTHER SIDE

di Ariel Dorfman

con Elisabetta Pozzi, Gigio Alberti e Giuseppe Sartori

regia di Marcela Serli

scene Maria Spazzi, costimi Mateijka Horvat, musiche Daniele D’Angelo, aiuto regia Enza De Rose

produzione La Contrada Teatro Stabile di Trieste, Centro Teatrale Bresciano,

Teatro Nazionale di Genova e Associazione Mittelfest

in collaborazione con Teatro Stabile Sloveno di Trieste – Slovensko Staino Gledališče

“The Other Side” di Ariel Dorfman mescola l’assurdo e il reale per raccontare i traumi della guerra e il fragile confine tra il dentro e il fuori, tra il Sé e l’Altro. Con una scrittura sfacciata e simbolica, Dorfman – drammaturgo e intellettuale cileno noto per il suo impegno politico, e amato dal grande pubblico per l’indimenticabile dramma “La morte e la fanciulla” – firma un testo sospeso tra allegoria e realtà. In un paese lacerato dalla guerra, una coppia dedica la propria esistenza all’identificazione e al seppellimento dei soldati caduti, finché un terzo personaggio sposterà la linea di confine – reale e immaginaria – in un contesto sempre più paradossale. La regia di Marcela Serli, da anni protagonista del teatro di ricerca italiano, è diretta, vibrante, e restituisce all’esperienza teatrale tutta la densità emotiva e paradossalmente comica del testo, senza nasconderne la tragica verità. Il risultato è uno spettacolo che pulsa, che interpella, che resta. Un teatro che non consola ma risveglia, che non divide ma scava, lasciando allo spettatore il compito di attraversare quel confine tra l’indifferenza e l’empatia. «Grottesco, divertente e allucinante – spiega Serli – lo spettacolo ci accompagnerà a vivere le nostre più intime paure in un ambiente casalingo eppure enigmatico e misterioso».

 

Sabato 26 – domenica 27 luglio  Prima Nazionale

LA BISBETICA DOMATA

di William Shakespeare / tradizione e adattamento di Francesco Niccolini

con Amanda Sandrelli.

regia di Roberto Aldorasi

e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti,

Lucia Socci, Riccardo Naldini

scene e costumi Francesco Esposito, luci Lorenzo Galletti, musiche a cura di Elena Nico

Produzione Arca Azzurra

«Caterina della Bisbetica domata è un personaggio ambiguo e questo lo rende affascinante: è antipatica, intransigente, pure sboccata e integralista, qualcuno dice pure pazza. Ma libera. Adolescenziale e romantica, altro che bisbetica: sogna un mondo in cui ci si sposa per amore. Ma nella Padova della Bisbetica tutti i protagonisti sono ambigui e macchiati da colpe. In una società profondamente maschilista come poteva essere quella inglese di fine Cinquecento, una Caterina addomesticata era un bel personaggio comico, la Bisbetica una edificante commedia a lieto fine: la commedia della “selvaggia addomesticata”. Solo che oggi tutto questo non è edificante e non è a lieto fine. Caterina vorrebbe riscrivere le regole, dire di no a madre e sposo canaglia. L’umiliazione è totale, la violenza che subisce disgustosa e pianificata fin dalla prima battuta di Petruccio: lui punta solo a dominare la bella e ricca Caterina e sa come fare a piegarla, con le buone o con le cattive. Da un lato della scena si ride, ci si traveste, ci si manda baci e dichiarazioni d’amore, dall’altro si esercita la violenza a livelli da incubo. Ma il peggio accade quando la porta si chiude e noi non vediamo né sentiamo più. Là dietro non arriva nessun principe azzurro che ti salva. Caterina piega la testa, ridotta peggio di un cagnolino: di Caterina, quella ragazza tutto pepe e rivolta, che sognava di innamorarsi, non c’è più traccia. Obbligata all’umiliazione totale, tutti le voltano le spalle: cosa la attende tra le mura di casa è un problema tutto suo. Noi qui, dall’altro lato della scena, possiamo soltanto fingere di essere felici.»  Francesco Niccolini

 

Martedì 29 e mercoledì 30 luglio – prima nazionale

UBI MAIOR

di Franco Bertini

con Leo Gassmann e Sabrina Knaflitz

e con Barbara Megala e Matteo Taranto

regia Enrico Maria Lamanna

aiuto regia Augusto Casella, scene Fabiana De Marco, costumi Teresa Acone,

disegno Luci Pietro Sperduti, musiche originali di Adriano Pennino

produzione I due della città del sole

Tito ha vent’anni ed è molto più di un campione di scherma: è un giovane brillante, carismatico e determinato, che ha conquistato il gradino più alto del podio olimpico con sacrificio e dedizione. Il successo lo ha reso celebre, gli sponsor lo corteggiano, ma lui non si lascia sedurre né dal denaro né dalle lusinghe del mondo mediatico dell’intrattenimento. La sua vita è scandita da allenamenti, competizioni e continui spostamenti, tanto da non aver mai sentito davvero il bisogno di una casa tutta sua. Quando finalmente decide di farlo, resta comunque vicino alla famiglia. Ma un giorno, un messaggio inaspettato di suo padre lo richiama bruscamente a casa. C’è un problema. Un guaio serio, pericoloso, che nessuna vittoria sportiva può risolvere. Il problema più insidioso è costituito da una leggerezza commessa da Lorena, sua madre, per cui ora si ritrova ad avere a che fare con un personaggio poco raccomandabile. Tito si trova davanti alla sfida più difficile della sua vita, ma questa volta non c’è una pedana su cui combattere, né un regolamento a stabilire le regole del gioco. I suoi

genitori, da sempre punti di riferimento, si rivelano sotto una luce inedita e lui stesso scopre un lato di sé che non aveva mai immaginato. Per proteggere la sua famiglia, Tito dovrà fare una scelta: restare fedele ai suoi principi morali o infrangere le sue stesse regole. In questa partita, non conta la forza, la tecnica o la disciplina… conta solo quanto si è disposti a sacrificare. Ubi maior… minor cessat.

 

Sabato 2 e domenica 3 agosto – prima nazionale

I PROMESSI SPOSI

da Alessandro Manzoni

con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Paolo Triestino, Elisabetta Arosio,

Vinicio Argirò e Gaia De Giorgi

drammaturgia e regia di Giuseppe Argirò

La difficoltà nel trasporre teatralmente i Promessi Sposi non consiste nel passaggio dalla narrativa al teatro, peraltro aiutato dalla scrittura dell’autore, così densa di colore da apparire naturalmente scenica, bensì nel mantenere intatta la vita poetica che pervade ogni pagina del romanzo. Lo spettacolo cerca di ridurre questa distanza, trasformando la struttura diegetica in dettato epico, grazie alla presenza di Giuseppe Pambieri, che riveste i panni di Alessandro Manzoni, regalando una vita teatrale alle parole del capolavoro. La verosimiglianza tra autore e interprete arriverà alla perfetta coincidenza al momento della conversione dell’Innominato, elemento centrale di questa perfetta architettura narrativa. Nell’anno giubilare, questa trasposizione manifesta l’essenza più profonda di una spiritualità che trova la sua necessità nell’anelito di ogni essere umano nei confronti del trascendente. L’amore contrastato di Renzo e Lucia, la saggezza popolare di Agnese, la figura grottesca di Don Abbondio, l’arroganza aristocratica di Don Rodrigo, la capacità di spendersi per gli umili di fra Cristoforo, la complessità tenebrosa della monaca di Monza, la struggente figura di Cecilia che rappresenta l’impotenza degli uomini di fronte alla morte: tutto si iscrive in una progettualità ineluttabile, frutto di un disegno misterioso, eppure riconducibile all’imperfetta commedia umana.

 

Lunedì 4 agosto – prima regionale

MIMÌ

Da Sud a Sud  sulle note di Domenico Modugno

di Sabrina Petix

on Mario Incudine

e i musicisti (in scena) Antonio Vasta, Pino Ricosta e Manfredi Tumminiello

regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino

Musiche di Mario Incudine, arrangiamenti di Antonio Vasta, Costumi di Daniela Conigliaro, disegno luci di Giuseppe Cutino

A.S.C. Production srl – Arte Spettacolo Cultura

Un viaggio da Sud a Sud, sulle note delle canzoni di Domenico Modugno, quelle legate alla Sicilia, a una terra che lui ha adottato perché, come gli disse Frank Sinatra, “Fingiti siciliano!” La Sicilia la conoscono tutti, tutti sanno dov’è e poi il dialetto è molto simile al tuo, al pugliese. Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!”. Un viaggio quotidiano verso una terra straniera chiamata palcoscenico, una terra da dovere raggiungere e conquistare. Le aspirazioni di un uomo del Sud chiamato Mimì ma che potrebbe avere mille nomi diversi, una storia fatta da mille storie, che si incrocia con quella del suo interprete scorrendo su linee parallele che, sovvertendo ogni regola, si incontrano in uno spettacolo in cui Mario Incudine e Domenico Modugno ci raccontano un mondo che cambia, che lotta, che sogna, che sfida convenzioni e stereotipi. Mimì siamo noi .Ogni giorno che passa. Noi di Ieri. Noi di Oggi. Noi di Domani. Noi che desideriamo volare ma che non sempre sappiamo di avere le ali per poterlo fare.

 

Mercoledì 6 e giovedì 7 agosto – prima nazionale

IL RAGGIO BIANCO

di Sergio Pierattini

con Milvia Marigliano, Linda Gennari e Raffaele Barca

regia di Arturo Cirillo

costumi Gianluca Falaschi, scene Dario Gessati

produzione Teatro Nazionale di Genova

Arturo Cirillo porta in scena un “giallo sociale” con venature da thriller psicologico. Tra suoni inquietanti e luci radenti, in questo nuovo spettacolo si delineano due vite, due solitudini che si fanno compagnia da sempre: una madre e una figlia, in lotta tra loro, ritratte all’interno di uno squallido appartamento milanese, pieno di sospetti e indizi. Il teatro di Sergio Pierattini è soprattutto un teatro d’attori. “Il raggio bianco” – scritto pensando a Milvia Marigliano, a cui aveva già dedicato “Ombretta Calco” e “Un mondo perfetto” – è una commedia nera che racconta la miseria, anche economica, di questi anni, connotata da umorismo e cinismo molto italiani. Scrive Arturo Cirillo: «È notte, piove, una casa in penombra, le persiane dell’unica finestra sono abbassate, filtra solo un po’ di luce artificiale di un’insegna esterna. A un certo punto dei rumori… Come se fosse un giallo di Simenon o un film di Hitchcock, inizia così Il raggio bianco. Una figura femminile apre la porta dell’appartamento, la si vede solo in controluce. Chi sono queste due donne? Sono una madre e una figlia: lei – la figlia – è sporca di sangue, oltre che tutta bagnata dalla pioggia, il loro modo di parlare è del nord, siamo a Milano infatti, ma potemmo essere altrove.»

 

Sabato 9, domenica 10 e lunedì 11 agosto – prima nazionale

LE FUGGITIVE

di Pierre Palmade e Christophe Duthuron / traduzione di Giulia Serafini

con Paola Quattrini e Gaia De Laurentiis

regia, ideazione scenografica e disegno luci

di Stefano Artissunch

assistente alla regia Lorenzo Artissunch, costumi Emiliano Sicuro

produzione e distribuzione Danila Celani per Synergie Arte Teatro

Commedia brillante ed intelligente che racconta la storia di due donne, Margot e Claudia, che si incontrano in una situazione curiosa: entrambe cercano di “fuggire” dalle loro vite ma per motivi diversi. La storia si sviluppa in una notte durante la quale le due donne si incrociano lungo la strada. Margot, la donna più giovane, sta scappando da casa per sfuggire alla noia ed ai conflitti familiari. Claudia, più anziana, sta cercando di rifarsi una vita dopo un evento traumatico. Nonostante le differenze di età, personalità e motivazioni, le due donne formano un’improbabile amicizia e si ritrovano a condividere le loro esperienze, i loro sogni e le loro paure. La commedia affronta temi come la solitudine, l’amicizia, il desiderio di libertà e la ricerca di sé, ma lo fa in modo leggero, con dialoghi ironici e momenti divertenti, tipici dello stile di Pierre Palmade, conosciuto per il suo talento comico. Il contrasto tra i caratteri di Margot e Claudia rende la commedia dinamica ed il pubblico viene

portato a riflettere su come, a volte, le circostanze della vita possano unire persone molto diverse.

 

Martedì 12 agosto – Grotte di Borgio Verezzi

PIZZ’N’ZIP & TALES

concerto scenico di e con Federica Vecchio e Eleonora Savini

con la partecipazione straordinaria di  Maximilian Nisi

regia di Pietro Gaudioso

consulente creativo Dan Tanson, costumi Rosamaria Francucci e Elisabetta Dagostino, scenografia Andrea Sostero, musiche di Fauré, Biber, Glière, Kurtág

manipolazioni di loop station e composizioni istantanee di Eleonora Savini e Federica Vecchio, arrangiamenti a cura di Eleonora Savini

produzione del Lucerne Festival

In questo concerto scenico nulla va come dovrebbe: mancano archi per suonare, cavi elettronici non funzionano, ed anche il pedale della loop station, un marchingegno capace di riprodurre e registrare suoni, sembra impegnarsi per boicottare lo spettacolo. Riuscirà il duo a terminare il concerto senza fare fiasco? Lo show è impostato come un tipico concerto classico da camera, ma con toni leggeri, umoristici e clowneschi. Il programma musicale dello spettacolo è misto, dalla musica classica alla moderna e contemporanea. Le due performer, oltre ad interpretare con i loro strumenti brani di ogni genere musicale, recitano, cantano e ballano mostrando come ogni idea, ogni intenzione e ogni scopo possano essere espressi chiaramente senza bisogno di aggiungere parole. Un virtuosismo, reso con ironia e leggerezza, che permette a qualsiasi spettatore, ancor più ai bambini, di godere appieno dell’esecuzione dal vivo di brani che potrebbero normalmente risultare di difficile ascolto e di vivere quindi in prima persona l’immenso mondo di emozioni e sfumature che la musica sa offrire.